DatA

Mal’aria: il servizio di report sulla qualità dell’aria in Italia

Lunedì sera è andato in onda, come di consueto, in prima serata su Rai Tre il programma Report, condotto da Sigfrido Ranucci. Il servizio, frutto di numerosi contributi di enti di ricerca, università e pubbliche amministrazioni intervistati dal giornalista Emanuele Bellano, ha messo a nudo le condizioni critiche in termini di qualità dell’aria in cui versano la quasi totalità delle città di questo paese. Le norme comunitarie prevedono che il limite di 50 microgrammi/metro cubo per le concentrazioni del PM10 non debba essere superato più di 35 giorni in un anno. Nel 2022 Torino ha superato tale cifra per 98 giorni. Il risultato? Asma, bronchite cronica, infarto del miocardio, ictus, demenza e basso peso alla nascita. Secondo le stime presentate dal European Environment Agency (EEA) a causa delle elevate concentrazioni di agenti inquinanti nell’aria che respiriamo, in particolare lo stesso PM10, il PM2,5 e il NO2, vi sono state 60.000 morti premature (circa ¼ delle 250.000 totali registrate in Europa per la scarsa qualità dell’aria), di cui 1.200 sono adolescenti, più di chiunque altro in Europa. Tuttavia, come sottolineato da Giorgio Buonanno, professore di Fisica Tecnica alla facoltà di Ingegneria presso l’Università di Cassino, siamo del tutto scoperti in quanto a rilevazioni di polveri ultra-fini ossia sotto i 100 nanometri (1000 volte più piccole del PM10). Queste ultime, generate dalla combustione, hanno la capacità di entrare in circolo con il sangue e raggiungere qualsiasi organo. Si stima che nei cosiddetti street canyon, strade trafficate con palazzi alti, possiamo arrivare a inspirare fino a 100 milioni di queste microparticelle ogni due respiri.

L’Italia è stata condannata per ben tre volte dalla Corte di Giustizia Europea per il superamento delle soglie massime di concentrazione del PM10, PM2,5 e del NO2. E la situazione potrebbe peggiorare dal momento che entro il 2030 entrerà in vigore una direttiva europea che imporrà il dimezzamento del limite di concentrazione dei particolati, da 10 a 5 microgrammi al metro cubo per il PM2,5; da 20 a 15 microgrammi al metro cubo per il PM10; e infine da 40 a 10 microgrammi al metro cubo per il NO2.  

Da anni le amministrazioni delle maggiori città italiane quali Torino, Genova, Milano, Bologna, Roma e Napoli hanno previsto l’adozione di piani di risanamento della qualità dell’aria attraverso l’estensione di orari e aree di competenza per le ZTL e divieti di accesso ai veicoli più inquinanti, ma nella maggioranza dei casi tali misure sono rimaste prive di una reale attuazione a causa dell’assenza di sistemi di controllo e monitoraggio. Come sottolineato dal rapporto Clean Cities, rispetto alle omologhe europee, le nostre città sono indietro su tutti gli aspetti di mobilità sostenibile: trasporto pubblico, ciclabilità e sharing. Questo ha reso le città italiane tra le più inquinate d’Europa 

A pagarne le conseguenze sono i più piccoli, per i quali si può manifestare una perdita di capacità respiratoria fino al 25% a causa della sovraesposizione ad agenti inquinanti (OMS), potendo compromettere le attività psico-motorie. È necessario un cambiamento di tendenza immediato, seguendo gli esempi virtuosi di altre città europee, rendendo il trasporto pubblico e i veicoli di sharing più facili ed economici da usare, facilitando l’intermodalità e rendendo le soluzioni di mobilità sostenibile più efficaci, efficienti e pulite per muoversi da all’interno delle nostre città.