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Intervista a Raimondo Orsini, Direttore della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile

Si è tenuta il 6 ottobre a Roma, presso la sala della Protomoteca in Campidoglio, la Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility dove sono stati presentati i numeri e le tendenze della mobilità condivisa in Italia. La giornata è stata organizzata dall’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility e promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Un appuntamento che da 10 anni tiene sotto osservazione tutto quello che si muove intorno alla mobilità condivisa. Ne parliamo con Raimondo Orsini, Direttore della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Raimondo, con il tuo consueto dono della sintesi, come fotografi la sharing mobility in Italia e che obiettivo ti auspichi che la mobilità condivisa possa contribuire a raggiungere?

I dati dimostrano con estrema chiarezza che cresce la domanda di sharing mobility dei cittadini, ma cala la disponibilità di servizi nelle nostre città. Il 90% dei noleggi riguarda la micromobilità, biciclette e monopattini. Bologna, Firenze e Roma sono le città dove si registra la maggiore crescita. Ed è proprio un ulteriore sviluppo della mobilità condivisa che può consentire una riduzione del numero di automobili, il cui possesso nel nostro Paese ha per la prima volta superato la soglia di 70 ogni 100 abitanti.  

Qualche riflessione e qualche numero in più … 

La sharing mobility si è radicata ormai nelle abitudini di mobilità degli italiani. Come ti ho anticipato prima, cresce la domanda da parte dei cittadini con oltre 50 milioni di noleggi nel 2024.  Per il 2025 si stima che sarà raggiunta quota 60 milioni, praticamente un noleggio per ogni italiano. Di contro continua a ridursi l’offerta dei servizi nelle nostre città, diminuiscono infatti i veicoli, i servizi e il numero di operatori. Più in dettaglio, nel 2024, rispetto al 2022, i veicoli in sharing sono 96.000 (-15%), il numero complessivo dei servizi è di 170 (-26%); gli operatori sono scesi, tra il 2022 e il 2025, a 35 (-24%). L’offerta, inoltre, si concentra sempre di più nelle grandi città, che sono i mercati più redditizi e favorevoli per gli operatori. A Roma e Milano, con 13,2 e 12,6 milioni, si concentra oltre il 50% del totale nazionale dei noleggi. Sono ben 16 i capoluoghi di provincia, come Catanzaro, Reggio Calabria, Pesaro e Prato, che hanno perso invece servizi di sharing. Circostanza che indica con forza la necessità di una nuova rotta da percorrere fatta di integrazione con il trasporto pubblico, di incentivi economici alla domanda e di supporto agli operatori. Servono, cioè, nuovi modelli di regolazione e di sostegno alla mobilità condivisa perché possa essere contrastato l’inesorabile incremento dell’uso dell’auto privata.

Qual è la principale novità dell’Osservatorio? 

Per la prima volta, abbiamo elaborato lo Sharing Mobility Index che, per valutare le performance di sharing mobility nelle città italiane, tiene conto di quattro indicatori: varietà dei servizi disponibili (car, bike, scooter, monopattini); numero di veicoli per abitante; numero di noleggi per abitante; tasso di rotazione giornaliero dei veicoli. Dai dati elaborati emerge che le uniche città che offrono contemporaneamente tutti e quattro i servizi di sharing sono: Milano, Roma, Firenze, Bergamo e Torino. Roma è la prima città per numero di noleggi totali (13,2 milioni nel 2024); Bologna e Firenze sono le città cresciute maggiormente nel 2024 rispetto al 2023; Bologna è la città con più noleggi per abitante, dato significativo, trattandosi di una città in cui non sono presenti i monopattini; Milano è la città con più veicoli a disposizione per abitante; Brescia presenta il migliore tasso di rotazione dei veicoli.  

Puoi fare, infine, qualche focus sui singoli servizi?  

Iniziamo dal carsharing. Nonostante sia stato il primo servizio di sharing mobility nel nostro Paese, oggi è proprio quello ad essere più in difficoltà: sono in calo sia le città servite sia i noleggi. Anche nel 2024, invece, continua la crescita dei noleggi del bikesharing free-floating toccando il picco di 12,2 milioni, valore di oltre il 162% superiore a quanto registrato nel 2021 e del 26% più alto del 2022. Complessivamente il bikesharing rappresenta il 32% del totale dei noleggi. Diversa è la situazione dei monopattini in sharing. Se nel biennio 2020-2022 hanno rappresentato il motore del vehicle sharing, dal 2023 in poi i noleggi si sono stabilizzati appena sotto i 25 milioni. Le stime per il 2025, tuttavia, indicano una possibile ripresa (+27%). I servizi di monopattini hanno registrato un calo rilevante: dai 99 attivi nel 2022 si è passati a 68 nel 2024 e a 62 nei primi mesi del 2025, un fenomeno da attribuirsi ad un riposizionamento degli operatori in più città o all’uscita dal mercato di alcuni player. Da ultimo, lo scooter sharing per il quale si contrae la domanda. Dopo il picco del 2023, i noleggi si riducono del 23% nel 2024. La flessione è imputabile in larga parte a Milano, dove la chiusura di un operatore ha fatto perdere circa 1 milione di noleggi. Concluderei con un rapido sguardo sul car pooling aziendale, in crescita ma che ancora non decolla. Nel 2024 i viaggi in carpooling aziendale hanno raggiunto 388 mila unità, con la previsione, basata sui dati del primo semestre, di un ulteriore aumento del 40% nel 2025. Siamo però ancora lontani dai numeri della Francia, dove il carpooling aziendale ha raggiunto una scala nettamente superiore, grazie a un quadro normativo chiaro e a politiche di incentivo strutturate: 12,8 milioni di viaggi.

Intervista a cura di Lorenzo Bertuccio